In realtà la frase usata nella liturgia cattolica è: "Ricordati che sei polvere e polvere ritornerai".
A livello di composizione corporea, però, siamo composti per circa due terzi del nostro peso di acqua.
Ovviamente questo valore varia a seconda delle caratteristiche individuali del soggetto, dalle abitudini e dall’ età.
L’acqua, per sua natura, è un solvente, e anche nel nostro corpo, questa è la sua funzione principale, ma non l’unica:
- Trasporta i principi nutritivi in tutte le cellule (sangue e linfa)
- Promuove la digestione attraverso (succhi digestivi ed enzimi)
- Garantisce la termoregolazione attraverso la sudorazione
- Trasporta le scorie al di fuori del corpo attraverso gli organi emuntori ed escretori (urina, feci, sudore)
- Regola la motilità intestinale (la carenza di acqua provoca stitichezza)
- Svolge una funzione di ammortizzatore negli organi più delicati (occhio, orecchio interno, cervello)
- Svolge una funzione di ammortizzatore nelle articolazioni (cartilagini articolari, dischi intervertebrali)
- Facilita lo scambio di ossigeno a livello polmonare
- Trasmette le informazioni motorie e sensoriali (sistema nervoso.
Ognuno di questi sistemi è a suo modo dipendente dall'acqua, ma anche il tessuto dipende da essa così come ogni singola cellula è acqua-dipendente.
Mentre il digiuno di alimenti solidi può essere protratto per più giorni, il digiuno di acqua può durare solo per pochi giorni. Già una perdita di acqua anche del 2-3% altera la termoregolazione corporea e influisce negativamente sull’efficienza fisica. Può comportare disturbi come mal di testa, irritabilità, stanchezza, vertigini e crampi muscolari. Quindi la reintegrazione, anche durante lo svolgimento dell’ attività fisica, riveste un ruolo importante e preventivo. Si deve bere frequentemente ed a piccoli sorsi.
A causa della ridotta capacità di smistamento degli impulsi sensoriali diminuisce la sensazione della sete nell'età avanzata, il che rischia di provocare disidratazione in quanto l'attività cellulare rallenta a causa della carenza di apporto di acqua. Se il contenuto di acqua nella cellula scende sotto il 50% i processi vitali si paralizzano, spesso anche in modo irreversibile. Congiuntamente per l'insufficiente assunzione di acqua le sostanze tossiche vengono espulse solo parzialmente e sovente, in età avanzata, questo procura l'innalzamento della pressione degli zuccheri e del colesterolo nei vasi, che diventano meno elastici.
E' facile allora intuire l'importanza dell'acqua sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo per un perfetto funzionamento dell'organismo umano.
Il quantitativo ideale di acqua da assumere durante la giornata e compreso tra i 20ml e i 40ml per kg di peso corporeo. Queste quantità possono variare in caso di intensa attività fisica o in presenza di patologie.
È buona norma bere acqua a temperatura ambiente. Se troppo fredda arresta momentaneamente l'afflusso sanguigno alle mucose del cavo orale e faringeo ed il sangue stesso, per reazione, affluisce in maniera maggiore sui tessuti dando nuovamente sensazione di sete. L'acqua troppo fredda può anche causare pericolose congestioni sanguigne all'apparato digestivo.
Se bevuta in quantità eccessiva durante i pasti può provocare un aumento della pressione nello stomaco, che si addiziona cibo ingerito, con conseguente affaticamento respiratorio e cardiaco. Inoltre, diluendo i succhi gastrici, rallenta la digestione.
Se presa a digiuno, indipendente che sia o meno oligominerale, svolge una notevole azione diuretica.
Anche l’eccesso di acqua può comportare disturbi fisiologici in quanto determina una diluizione del sali plasmatici e del liquido interstiziale (extracellulare). Questo riduce la pressione osmotica e altera alcune attività del sistema nervoso centrale. I sintomi sono poliuria, abbondante sudorazione, edema, cefalea, nausea, ipertensione arteriosa.
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